28 Maggio 2023
NEW WAVE
Il canale dedicato alla musica postpunk, darkwave, synth-pop
Introduzione
Un altro fenomeno delle subculture giovanili degli anni 70 è stato il punk, una rivoluzione del modo di concepire la musica e che ne ha riscritto le regole.
A differenza dell’hard rock o dell’heavy metal in cui è la figura del ribelle a delineare i paradigmi del genere, il punk incarna maggiormente il modello del disadattato e anticonformista che ispirerà altre subculture giovanili future.
Il glam e il garage rock di Velvet Underground, Iggy Pop and the Stooges, New York Dolls o T-Rex sono stati la fonte di ispirazione principale per la generazione punk degli anni settanta.
Negli Stati Uniti, la scena punk si è mantenuta più legata alla matrice rock, mentre per quanto riguarda la scena britannica, quello che viene comunemente definito Pub Rock può essere considerato il precursore del punk inglese, al quale ha fornito l’ispirazione in termini di immediatezza ed energia.
Nel corso degli anni il punk di è articolato in numerosi sottogeneri differenti, tra stili più estremi e duri come l’hardcore, la musica Oi! quale espressione più radicale, tipica della classe operaia britannica, o proseguendo e mantenendo come fonte di ispirazione il glam, sul modello di Marc Bolan o David Bowie.

I precursori - Il contesto UK
Malcom McLaren gestisce il negozio Let it rock, al 430 di King’s Road, dove si vendono vinili, magliette a gadget vari. Vivienne Westwood entra nella cogestione del negozio che cambia nome in Too fast to live, too young to die e si iniziano a vendere capi di abbigliamento in pelle.
Di ritorno da un viaggio negli Stati Uniti, sulla scia delle suggestioni del tour europeo dei New York Dolls, Malcom McLaren e Vivienne Westwood ripensano la loro boutique e ne esasperano l’identità trasgressiva, cambiandone nuovamente il nome in Sex e virando verso un immaginario di stampo feticista, verranno arrestati il 7 agosto 1975, per aver esposto materiale osceno nel loro negozio. Nascono i Sex Pistols, il cui nome era finalizzato proprio alla promozione commerciale del negozio.
I Clash si barcamenano tra le loro radici underground e le aspirazioni di successo, proponendo un sound politicamente impegnato che li integra a pieno titolo nel mondo del rock.
Il principio del “do it yourself” alla base del movimento punk, porta alla nascita di numerose etichette e fanzine indipendenti, promuovendo il concetto “niente soldi dall’industria musicale e dell’editoria”.

I precursori - Il contesto U.S.A.
Parallelamente a quanto accade nel Regno Unito, anche in America la scena punk rock vive un periodo di grande fermento.
I Ramones sono tra i gruppi più rappresentativi della scena punk rock americana della seconda metà degli anni 70.
Sulla scia del loro successo emergono nuovi artisti che si affermano sul mercato musicale: è la new wave americana di Patti Smith, Blondie, Talking Heads e Television.
Sperimentazioni e contaminazioni con la musica elettronica trovano terreno fertile anche negli Stati Uniti, tanto che per alcune band è proprio la componente elettronica l’elemento chiave per recidere i legami con il “vecchio” punk e spingersi verso nuove sonorità, frutto di contaminazioni tra stili e generi diversi.
Maestri in questa alchimia sono i Devo, B-52’s e i Suicide di Alan Vega (all’anagrafe Boruch Alan Bermovitz) e Martin Rev.
Mentre New York conferma la sua propensione alle sperimentazioni, ad Akron in Ohio esplode lo psychobilly dei Cramps. Dalla parte opposta, sulla costa occidentale prende piede la scena hardcore, in cui emergono Blak Falg, Dead Kennedys, DOA e Bad Brains.
Negli anni 80, il punk rock delle origini ammorbidisce le sonorità che lo hanno caratterizzato fino a quel momento, dando vita a nuove correnti musicali fatte di arrangiamenti più melodici ed intensi.
Sono gli anni dell’emocore, del revival in chiave garage rock e della nascita del crossover, derivato dalle contaminazioni tra punk e metal.
Mentre nel Regno Unito il punk si è smorzato nelle sperimentazioni della new wave, in America la sua evoluzione ha continuato negli anni 90 e nel nuovo millennio virando ulteriormente verso l’alternative rock.
Durante gli anni 90 la scena californiana si afferma sul mercato internazionale spingendo il punk su un piano più mainstream ed ecco che le classifiche sono invasi dalle band di nuova generazione come Green Day, Offspring, Rancid, Pennywise, Nofx solo per citarne alcune.

New Wave, tra sperimentazioni e contaminazioni
Postpunk e new wave, spesso considerati due facce della stessa medaglia, hanno ereditato lo spirito del punk delle origini, ma ne hanno riscritto le coordinate stilistiche, sia per i contenuti di carattere socio-culturale, sia in termini prettamente musicali.
Le nuove sonorità sono disturbanti, a volte inquietanti, le chitarre continuano ad esercitare un ruolo importante nelle strutture dei brani, ma riff e assoli lasciano il posto ai synth, sulla scia della musica elettronica di scuola tedesca.
Agli inizi degli anni 80, il concetto di sperimentazione è il pilastro della new wave e di tutte le sue svariate sfaccettature. Questo nuovo modo di intendere la musica travalica la musica stessa e si allarga alla moda e ad altre forme d’arte che divengono spunto di aggregazione per le nuove generazioni, catalizzando così l’attenzione dei media.
All’inizio degli anni 80 la scena musicale si allarga dal nucleo originario londinese e si fanno strada numerose band provenienti da Liverpool, dove sopravvivono gli echi della psichedelia dei 60’s come nel caso di Echo And The Bunnymen o Teardrop Explodes, da Sheffiled dove sono state le contaminazioni elettroniche di Huamn League, Cabaret Voltaire e Clock DVA a trovare gli spunti migliori, ma soprattutto da Manchester, dove la scena postpunk gravita attorno alla Factory Rerords di Tony Wilson e Alan Ersasmus.
Film e Documentari
Seppur di non facile reperibilità, esistono numerosi filmati, documentari o pellicole vere e proprie che ripercorrono quel che è stata la stagione del punk e della successiva new wave e dell’impatto che hanno avuto non solo in ambito musicale, ma anche nel mondo dell’arte a più ampio raggio.
La prima pellicola che racconta la scena inglese del 1976/77 è stato Punk rock movie, documentario che ha aperto una trilogia realizzata da Don Letts, storico dj del Roxy Club, seguita da The Clash: westway to the world, dedicata alla storica band londinese e conclusa con Punk: attitude del 2005, in cui l’attenzione si allarga sulla scena hardcore.
Per quanto riguarda il fenomeno punk delle origini, altri celebri documentari sono The great rock ‘n’ roll swindle e The filth & the fury entrambi di Julien Temple, Punk in London del regista tedesco Wolfgang Buld e ambientato nel contesto amaricano, il reportage di Penelope Spheeris The decline of western civilization.
Oltre alla musica, anche la grafica e il design sono state discipline artistiche di fondamentale importanza per l’impatto mediatico e pubblicitario del punk e della new wave.
L’immagine più iconica di tutto il movimento, probabilmente resta quella della Regina Elisabetta utilizzata per il singolo di God Save the Queen, di Jamie Reid, le cui provocazioni in grafica sono continuati con l’immagine della Union Flag strappata, utilizzata per il singolo di Anarchy in the U.K. nonché i manifesti pubblicitari per la promozione del documentario The great rock ‘n’ roll swindle.
Nel 2002 è stato realizzato il film 24 Hour Party People, incentrato sulla scena musicale di Manchester che, a partire da Joy Division e Buzzcocks, nel giro di pochi anni diviene un importante punto di riferimento per il brit rock grazie a band come Charlatans, Happy Mondays, New Order (dalle ceneri proprio dei Joy Division) e Stone Roses.
Impossibile parlare della scena “Madchester” senza accendere un faro su un personaggio chiave come Tony Wilson, cosa che 24 Hour Party People fa puntualmente.
Tony Wilson, già proprietario della Factory Records, ha consolidato il suo ruolo nella scena musicale di Manchester per via della collaborazione con il produttore Martin Hannett e la fondazione del Fac 51 Haçienda, storico locale aperto nel 1982 in un ex magazzino che oltre ad aver rappresentato il club di riferimento per il brit rock il postpunk di quegli anni, si è avvicinato anche alla scena della house music verso la fine degli anni ottanta.
Grafica & Design
Tra gli artisti e grafici più incisivi sono da annoverare sicuramente anche Barney Bubbles (all’anagrafe Colin Fulcher) famoso per le artwork di Hawkind, Elvis Costello o Ian Dury & The Blockheads, Raymond (Gynn) Pettibon famoso per aver disegnato il logo dei Black Flag, una bandiera composta da quattro barre nere, che è divenuta un’altra delle icone più riconoscibili del movimento punk.
Raymond Pettibon, inoltre, è stato il direttore artistico della SST, storica etichetta discografica della scena underground internazionale tra gli anni ottanta e novanta.
Infine, Pushead (all’anagrafe Brian Schroeder) fondatore dell’etichetta discografica Pusmort Records, nochè cantante della band hardcore Septic Death. Autore di artwork a tema horror, è celebre per essere l’autore di copertine di dischi di Misfits e Metallica.

Fotografia
Quella dei fotografi è stata un’altra delle attività parallele alla musica che hanno contribuito in maniera sostanziale all’esplosione del punk della successiva new wave.
Tra gli autori più famosi: Sheila Rock, i cui scatti più famosi risalgono a quando si è trasferita dagli Stati Uniti a Londra; Pennie Smith i cui scatti hanno immortalato artisti come Iggy Pop, Rolling Stones, David Bowie, The Jam e in tempi più recenti Bruce Springsteen, Blur e tanti altri; Ray Stevenson a cui si devono le foto più famose di The Who, Johnny Rotten, Marc Bolan o Vivienne Westwood; Kevin Cummins che ha raccontato la Manchester di Joy Divison, The Fall, Buzzcocks fino agli Smiths e in tempi più recenti Oasis e Stone Roses.

Clubbing e aggregazione
Come tutti i fenomeni giovanili, anche il punk e la new wave sono emersi tramite dinamiche di aggregazione che potessero provenire da veri e propri club e discoteche per la musica dal vivo o da negozi (abbigliamento, dischi, gadget) di riferimento per la generazione di quel periodo.
Negli Stati Uniti, il locale più famoso in tal senso è stato il CBGB di New York, che ha ospitato band come Ramnes, Blondie e Patti Smith.
Oltreoceano, invece, oltre che in negozi come il Sex di Malcom McLaren e Vivienne Westwood, la scena inglese poteva contare in diversi locali come il Roxy, di Londra, dove hanno suonato Damned, Generation X, Adverts e tanti altri; l’Electric Circus che ospitò i Warsaw (futuri Joy Division), ma soprattutto il Bat-Cave e il Blitz, nomi di punta per la scena darkwave e new romantic.
Un salto nel passato
E’ il 1977 quando durante il programma televisivo Odeon, tutto quanto fa spettacolo, viene mandato in onda un servizio che racconta il nuovo trend proveniente da Londra: il punk viene sdoganato anche in Italia.
La prima città in cui si è generata una sorta di micro-scena locale è stata Milano, città che ha dato i natali a band storiche come Gags, Mittageisen, Kandeggina, Faust’O (anche se originario di Pordenone) ma soprattutto i Decibel di Enrico Ruggeri che, dopo un paio di dischi con i suoi compagni, ha proseguito la carriera solita, inizialmente orientata verso le sonorità new wave dell’epoca, maggiormente contaminate dall’elettronica.
Un’altra band tra le più rappresentative della new wave italiana sono stati i Krisma, della coppia Maurizio Arceri, già famoso come cantante dei New Dada durante la stagione del beat degli anni Sessanta, e Christina Moser.
Da Milano la new wave italiana si è successivamente allargata a tante altre realtà locali che hanno visto nascere numerose band, anche se spesso sono rimaste confinate in una dimensione underground come i Dirty Actions di Genova, gli Elektroshock di Roma, i Rats della provincia di Modena, i Great Complotto di Pordenone, i Gaznevada di Bologna, i Neon di Firenze, gli Underground Life di Monza e tanti altri.
Durante gli anni Ottanta, sulla scia di quanto accade nella madrepatria Inghilterra, anche in Italia la scena punk delle origini si apre alle nuove sonorità cedendo il passo alle sperimentazioni della new wave e alle contaminazioni del postpunk, creando un sottobosco ricchissimo di band con stili molto variegati.
Le sonorità si fanno più ricercate, a tratti più sofisticate e tra i nuovi artisti che si affacciano sul mercato musicale, spiccano Garbo, il cui stile decadente rimanda agli inglesi Ultravox e Japan, i piacentini Not Moving e Atrox, in equilibrio tra rock n’ roll e punk i primi, più inclini alle sperimentazioni i secondi, e tra i nomi ancora in attività, i Diaframma, più vicini alle sonorità postpunk della scena di Manchester, soprattutto con i primi tre dischi, realizzati con Miro Sassolini alla voce.
Nel 2009 è stato realizzato il documentario Crollo Nervoso, La New Wave Italiana degli anni 80, che attraverso filmati inediti e interviste ai protagonisti dell’epoca, ripercorre le storie e le avventure musicali che hanno fatto la storia dell’underground italiano degli anni Ottanta.
Il documentario è stato suddiviso in tre parti: le prime due Onde Emiliane e Firenze Sogna, dedicate ai contesti locali come si può facilmente dedurre dai titoli, mentre la terza parte Italia Wiva è un approfondimento della scena italiana più in generale.
Oltre alle band citate precedentemente, il documentario riporta alla memoria numerose band storiche che sono state vere e proprie icone della new wave di quegli anni come Litfiba, Kirlian Camera, Pankow, Neon, Deafear, Limbo, Stupid Set, Central Unit, State Of Art, alcune delle quali attive ancora oggi.

New Wave… tra pop, contaminazioni e media
La musica elettronica ha sempre avuto un ruolo molto importante in ambito new wave, tanto da accomunare a quest’ultima artisti pop che con la new wave condividevano più approccio e attitudine che non un vero e proprio stile musicale. Elemento comune, questo alla scena italiana e a quella inglese, entrambe fortemente influenzate dalla scuola tedesca, soprattutto dai pionieri del genere, i Kraftwerk.
In Gran Bretagna le contaminazioni con la musica elettronica hanno generato vari sottogeneri, dall’EBM di vecchia scuola dei Nitzer Ebb alle sperimentazioni di Cabaret Voltaire, fino al synthpop più mainstream.
Parallelamente a quanto accaduto in Gran Bretagna, anche in Italia le contaminazioni con la musica elettronica si sono sviluppate su binari paralleli e a volte sovrapposti.
Da un lato una scena underground in cui l’elettronica ha virato verso le atmosfere tipiche della darkwave inglese, dall’altro si è sviluppa una scena elettropop, incentrata maggiormente sul disimpegno e la provocazione che ha visto tra gli artisti più rappresentativi Alberto Camerini e il suo arlecchino elettronico, i torinesi Righeira, l’istrionico Ivan Cattaneo o Donatella Rettore, dotata di una presenza scenica di grande impatto.
Un altro elemento comune tra Italia e Regno Unito è stato l’interesse che la new wave ha saputo suscitare nei media, sia televisivi, sia della carta stampata.
Le testimonianze più famose sono state le partecipazioni a programmi televisivi italiani dei Kraftwerk nel 1978, a Domenica In, e i Depeche Mode ospiti su Canale 5 durante la trasmissione Superflash, condotta da Mike Bongiorno.
Durante gli anni Ottanta, poi, sono stati prodotti numerosi programmi televisivi musicali in cui hanno trovato spazio artisti italiani e ospiti internazionali del synthpop e della new wave, ma il programma cult più innovativo in tal senso è stato Mr. Fantasy, musica da vedere, condotto da Carlo Massarini, tra il 1981 e il 1984.
3 dicembre 1973
A New York apre il CBGC (Country Bluegrass & Blues) che presto divine il locale di riferimento per la scena punk rock americana
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24 dicembre 1975
Esce in edicola il primo numero della rivista Punk, magazine con lo scopo di promuovere l’underground newyorkese
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12 gennaio 1976
Viene pubblicato il primo numero di Punk Magazine a cura di John Holmstrom e Legs McNeil
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13 luglio 1976
Esce il primo numero della rivista Sniffin’ Glue di Mark Perry
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20 settembre 1976
Il locale 100 Club di Oxford Street ospita il primo festival punk della storia: il 100 Club Punk Special
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1 dicembre 1976
Durante il programma Today, condotto da Bill Grundy, i Sex Pistols sfiorano la rissa con il presentatore
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21 dicembre 1976
Apre il Roxy, il primo locale punk di Londra, inaugurato con il concerto di Siouxsie and the Banshees e Generation X
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5 gennaio 1977
La EMI rescinde il contratto con i Sex Pistols per via delle polemiche seguite alla loro partecipazione al programma televisivo Today
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10 marzo 1977
I Sex Pistols firmano un contratto con l’etichetta A&M, in una cerimonia davanti Buckingham Palace
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25 gennaio 1978
I Warsaw cambiano nome in Joy Division e suonano il loro primo concerto a Manchester
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28 gennaio 1978
Durante la trasmissione Scatola Aperta, della RAI, vengono mandate in onda interviste a personaggi della scena punk inglese come Johnny Rotten e gli Sham 69
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19 aprile 1978
Viene pubblicato il disco The Man Machine dei Kraftwerk, disco che avrà rilevanti influenze per molte future band new wave
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3 giugno 1978
Esordio discografico dei Joy Division con la pubblicazione dell’EP An ideal for living
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11 ottobre 1978
Dalle ceneri dei Sex Pistols, John Lydon torna sulla scena musicale con la nuova band Public Image Limited
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21 settembre 1979
Durante il tour americano dei Clash, la fotografa Pennie Smith immortala Paul Simonon nell’atto di rompere il suo basso, scatto che successivamente è stato utilizzato per la copertina dell’album London Calling
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8 ottobre 1981
Si apre il minitour italiano di tre date per i Dead Kenndys che suonano a Roma, Perugia e Gorizia
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18 luglio 1982
Esce il primo numero della rivista mensile Maximum Rock’N’Roll, punto di riferimento per la scena punk
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18 aprile 1987
Su MTV parte il nuovo programma televisivo Headbangers Ball che sdogana i generi della musica “alternativa” verso un pubblico di massa
Bibliografia
Ezio Guaitamacchi, La storia del Rock, Ed. Hoepli, 2020
Stefano Gilardino, La storia del Punk, Ed. Hoepli, 2021
Roberto Caselli e Stefano Gilardino, La storia del Rock in Itala, Ed. Hoepli, 2023

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